COMMENTO DI FRANCESCO RAMELLA
L'investimento richiesto sarebbe in tal caso dell'ordine del 20% di quello necessario per la realizzazione del tunnel ferroviario ed il costo potrebbe essere interamente sopportato dagli utenti dell'infrastruttura che si gioverebbero di un miglior livello di servizio e di un più alto grado di sicurezza rispetto ad oggi. La ricaduta sul territorio sarebbe assai più limitata. Non sarebbe infatti necessario realizzare nuove opere lungo la Val Susa: l'autostrada esistente è infatti in grado di assorbire un flusso di traffico assai più elevato di quello attuale. Il mancato trasferimento del traffico pesante dalla strada alla ferrovia non comporterebbe inoltre alcun rilevante impatto negativo sotto il profilo dell'inquinamento atmosferico. Come noto, infatti, le emissioni inquinanti dei veicoli di recente costruzione sono assai più contenute di quelle dei mezzi più vetusti. Basti pensare che le emissioni di un solo mezzo a norma Euro 0 equivalgono a quelle di circa dieci mezzi Euro 5. Sebbene fortemente attenuato, l'impatto ambientale del traffico non sarebbe annullato. Appare quindi corretto prevedere che gli abitanti delle zone attraversate dell'autostrada vengano compensati economicamente per tale danno; le risorse da destinare a tale fine dovrebbero essere raccolte tramite un modesto incremento dei pedaggi. Siamo ancora in tempo per farlo: perché non ripensarci? 2005.06.14 francesco.ramella@libero.it
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